Report Tavolo 2025/2026
Il 13 novembre si è svolto via zoom il Tavolo nazionale Educazione Tutela dei Minori ed Educazione Giovani promosso da Salesiani per il Sociale APS, con la partecipazione di 27 persone tra volontari, educatori, coordinatori di servizi, referenti di ambito territoriale.
In questo primo incontro l’obiettivo è stato quello di ripercorrere gli obiettivi definiti nel percorso “Organizzare la speranza” e raccolti nel documento programmatico per avviare il confronto che proseguirà con gli incontri territoriali.
Per ciascun obiettivo generale dell’ambito Educazione, riportato nel documento programmatico Organizzare la speranza, è stata avviata la riflessione circa l’attualità di tali obiettivi, la necessità di metterli maggiormente a fuoco proponendo una nuova declinazione degli stessi e le possibili azioni ad essi collegate. I temi emersi per ciascun obiettivo, che consideriamo spunti di riflessione per un lavoro che proseguirà oltre l’attività dei Tavoli, sono stati i seguenti:
Mappare i bisogni educativi e sociali nei territori: Partire dall’esistente valorizzando ciò che già è stato prodotto, tenere in considerazione le specificità regionali per poi elaborare una mappatura che possa avere valenza su tutto il territorio nazionale e che permetta un aggiornamento basato su un linguaggio comune.
Ampliare la categorizzazione dei servizi (oltre le definizioni di residenzialità e semi-residenzialità) per cogliere e includere anche i servizi che non strutturati. Le esperienze territoriali riportano una grande ricchezza di servizi che è importante riconoscere e valorizzare (es. esperienze di servizi di doposcuola, servizi di educativa territoriale, interventi di specialisti). Riflettere sul ruolo della scuola e sulla sua collocazione nella mappatura dei servizi.
Correlato ai bisogni educativi e sociali dei territori è emersa la fatica di individuare educatori qualificati, ancor maggiore se si fa riferimento ad educatori di “formazione salesiana”.
Rafforzare l’advocacy locale attraverso Comitati e Presidi: la riflessione sulla funzione di advocacy è stata collegata al precedente punto della mappatura dei bisogni e delle opportunità dei territori. La mappatura costituisce un punto di partenza per valorizzare il patrimonio di esperienza salesiana che è su tutto il territorio nazionale e trasformarlo in risorsa che orienti l’azione di advocacy in favore della tutela dei minori e delle loro famiglie per le situazioni di fragilità che si trovano ad affrontare.
Promuovere percorsi di giustizia riparativa: portare alla luce le esperienze già consolidate e dimostratesi buone partiche così da favorire uno scambio a livello territoriale e la promozione di nuove iniziative.
Accompagnare l’uscita dai percorsi di tutela: si sottolinea la necessità di creare degli spazi di formazione per operatori che operano nei servizi di accompagnamento e per le famiglie che si sperimentano nella pratica dell’affido. I territori riportano esperienze diverse ma sarebbe utile promuovere dei percorsi che propongano metodologia comuni per le azioni di sensibilizzazione e di accompagnamento delle famiglie.
Altri temi trasversali emersi che verranno ripresi durante i prossimi incontri dei Tavoli saranno i seguenti
Promuovere il confronto sui seguenti temi: dipendenze tradizionali e nuove dipendenze; identità di genere; coinvolgimento e partecipazione dei giovani.
Elemento condiviso ed emerso già in occasione di altri Tavoli tematici è quello della trasversalità e del collegamento tra le diverse aree (educazione, lavoro, migranti) con l’obiettivo di individuare risposte integrate ai bisogni emergenti, arricchire il confronto e le riflessioni e ottimizzare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Sintesi del lavoro del Tavolo nazionale “Tutela dei minori” – Aprile 2025
Nel mese di aprile 2025 si è riunito in tre occasioni il Tavolo nazionale promosso da Salesiani per il Sociale dedicato al tema dell’educazione dei giovani e della tutela dei minori, con la partecipazione attiva di oltre venti realtà salesiane provenienti da tutta Italia, tra cui comunità residenziali, cooperative sociali, case famiglia e centri diurni. Gli incontri, coordinati da Sara Shokry con il supporto di Elena Buccoliero e Rino Balzano, hanno favorito il confronto tra operatori, educatori e responsabili sul campo, a partire da un’esperienza condivisa e da bisogni concreti.
Nel primo incontro (1° aprile), è emersa con forza la complessità del lavoro educativo con i minori in condizione di vulnerabilità, in particolare con giovani in fase di transizione all’età adulta, ragazzi in ritiro sociale e minori con disabilità. L’esercizio iniziale ha fatto emergere una visione condivisa del maltrattamento come negazione di diritti e come responsabilità collettiva, che interpella tanto le famiglie quanto le istituzioni. I partecipanti hanno espresso la necessità di ridefinire i confini del proprio ruolo educativo rispetto alle aspettative – spesso sproporzionate – dei servizi sociali. È stata apprezzata la condivisione di buone pratiche e percorsi formativi come quelli di “Storia Nova” e “Strade Nuove”.
Il secondo incontro (23 aprile) ha approfondito il tema della violenza assistita, a partire dalla lettura di testi e da una riflessione collettiva. Sono stati analizzati i meccanismi di trasmissione culturale della violenza e gli effetti sui minori: attaccamento disorganizzato, condotte adattive, solitudine e isolamento familiare. Diversi interventi hanno sottolineato l’importanza di distinguere il piano educativo da quello terapeutico e la necessità di riconoscere i bambini come soggetti di diritto, superando approcci basati solo sulla bigenitorialità formale. Si è anche discusso del ciclo intergenerazionale della violenza e della difficoltà, per molte ragazze, di uscire da relazioni disfunzionali apprese nell’infanzia.
Il terzo incontro (29 aprile) è stato dedicato alla riforma Cartabia e ai cambiamenti introdotti nella giustizia minorile. Elena Buccoliero ha illustrato i principali passaggi della riforma, soffermandosi sul nuovo articolo 403 e sulle modifiche procedurali, sostanziali e ordinamentali. Gli operatori hanno segnalato criticità: l’indebolimento del ruolo delle comunità nel rapporto con la magistratura, la mancanza di strumenti per i curatori speciali e il rischio che i minori vengano poco ascoltati nel nuovo assetto. Nella seconda parte dell’incontro è stato condiviso il Documento Programmatico del tavolo, invitando i partecipanti a contribuire con osservazioni e integrazioni. È stato espresso l’auspicio di rafforzare il lavoro del tavolo per il prossimo anno, prevedendo incontri più distanziati nel tempo, momenti in presenza e l’approfondimento di nuovi temi come il ritiro sociale e le questioni di genere.
Il ciclo di incontri ha rappresentato un’occasione preziosa di confronto, aggiornamento e coesione per la rete associativa salesiana, confermando la necessità di investire in una formazione continua, in alleanze territoriali e in una visione condivisa della tutela come compito educativo, sociale e politico.


